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HOME \ Storia della bonifica dei campi minati in Italia

Dopo il passaggio delle truppe belligeranti e le aspre battaglie per la conquista dei territori le Amministrazioni civili e quella militare si trovarono a fronteggiare il problema dell'eliminazione degli ordigni esplosivi che, disseminati nei posti più disparati, creavano un continuo pericolo per uomini e animali.

Inizialmente gruppi autonomi radunati dai Comuni delle città bombardate guidati da esperti improvvisati o, nella migliore delle ipotesi, da ex artificieri militari iniziarono la loro preziosa opera di disattivazione e di rimozione di questi residuati.

Il problema, però, data la sua estensione, non poteva essere risolto senza un'azione coordinata da quella parte dell'organizzazione che, per logica ed esperienza, era più adatta a svolgere tale mansione ovvero l'Amministrazione militare.

Fu così che il 12 luglio 1944 il Ministro della Guerra ordinava la mobilitazione delle forze militari bonificatrici dei campi minati con la costituzione della 561ª e 562ª Compagnia Rastrellatori Autonoma Mine.

La prima iniziò la sua opera dalla foce del Garigliano fino alle spiagge di Gaeta e Minturno mentre la seconda provvedeva al deminamento della città di Pescara e di altre località abruzzesi tutte poste nelle zone minate della "linea Gustav" o del settore adriatico pescarese.

Contemporaneamente alla 562ª Compagnia la 164ª Compagnia Artieri d'Arresto provvedeva alla bonifica del litorale abruzzese iniziando la propria opera dal confine nord di Francavilla a Mare fino al confine sud di Giulianova.

Successivamente, a opera della 562ª Compagnia Rastrellatori, furono addestrati 200 elementi che, dopo varie settimane di intensa attività addestrativa, veniva impiegata in Emilia raggiungendo Ravenna.

Ad essi si aggiunsero altri elementi della 563ª e 564ª Compagnia Rastrellatori Mine che, a fianco delle ultime due unità, iniziarono a operare nell'agosto 1946 quando raggiunsero la sede di Lugo di Romagna per poi essere successivamente impiegati lungo la fascia minata del fiume Tagliamento e il territorio di Chioggia e di Contarina.

Ma l'estensione del problema e i continui incidenti che mietevano vittime tra questi operatori era tale che non poteva essere risolto solo da essi.

Fu quindi necessario creare appositi centri in cui far addestrare volontari civili. Fra i primi in funzione furono quelli di Pisa, Campobasso, Forlì e Chieti.

Parallelamente si sviluppava l'organizzazione dei vari servizi a livello locale e nazionale man mano che il territorio veniva liberato o presentasse nuove e più impellenti esigenze.

L'Italia fu, quindi, divisa in cinque Zone B.C.M. e precisamente:

Zona (1) Genova per il Piemonte e la Liguria;

Zona (2) Bologna per il settore emiliano, il circondario di Pesaro e Ancona, le Tre Venezie con esclusione del settore di Gorizia e Trieste;

Zona (3) della Toscana;

Zona (4) di Roma per il Lazio, gli Abruzzi e il comprensorio di Perugia;

Zona (5) di Capua per il Molise, la Campania e la Sicilia.

Da esse si articolarono 20 Comandi di Sottozona con 79 Nuclei B.C.M. e 233 Sezioni B.C.M. comprendenti 710 squadre di Rastrellatori di Mine di circa 3-4 elementi ciascuna.

Il 12 aprile 1946 con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 320, modificato ed aggiornato dal Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 1.11.1947, n. 1768 ed altre leggi integrative complementari, tutt'ora in vigore, venne costituito l'Ispettorato Bonifica Immobili Ordigni Esplosivi che raggruppò l'attività:

  • dell'Ufficio Centrale B.C.M. (conseguentemente soppresso);
  • dell'Organizzazione per la raccolta ed eliminazione dei materiali ed ordigni esplosivi in superfice od immagazzinati già di competenza dell'Ufficio Recuperi della Direzione generale Artiglieria del Ministero della Guerra.
COMITATO PER LA MEMORIA DELLA B.C.M. ( Bonifica Campi Minati )
c/o FELICE Nicola, via S. Maria della Croce, 22 - 86100 Campobasso
Cell. 333/1770019
associazione non lucrativa di utilità sociale - cod. fisc. 92049110700
IBAN: IT05A0306909606100000174172


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